La donna e la sua relazione con i cicli della Natura

Nei tempi antichi, quando viveva in modo nomade, l’essere umano basava la sua vita sui ritmi naturali della Terra. Il sistema organizzativo di questi popoli, che oggi definiamo matriarcale, era organizzato in forma autonoma e del tutto naturale: qui la figura della donna rappresentava Madre natura. In questo modello culturale l’essere umano viveva seguendo i ritmi della natura, in totale equilibrio con essi: le popolazioni si spostavano in base alle stagioni, per raccogliere i frutti dagli alberi e dai rovi; per cacciare ci si spostava seguendo le migrazioni e gli spostamenti degli animali. Questo tipo di esistenza portò a una visione della figura femminile come l’essere più vicino alla figura sacra della Madre terra: si osservò come la donna riuscisse a generare la vita, a produrre il latte per nutrire la prole, il suo ciclo di fertilità che portava a sanguinare in modo regolare, senza essere ferita o morire per il dissanguamento, seguendo una ciclicità. Inoltrandosi con interesse nello studio di questo fenomeno, con il tempo si comprese che questo sangue poteva avere un ruolo culturale e sacro, e così venne utilizzato per concimare la terra o nei rituali verso le divinità – pratica che alcune civiltà si sono portate dietro nel corso degli anni, acquistando un valore di sacralità.

Con lo scorrere dei secoli, la visione del sangue mestruale muta completamente e si vede come molti falsi miti vengano associati alla mestruazione: molti di essi, addirittura, portarono a considerare la donna come portatrice di un “deficit” in alcuni giorni specifici della sua ciclicità. Vi sono storie nella nostra cultura che raccontano e raccomandano di non fare le mansioni alle quali solitamente ci si dedicava: ad esempio si imponeva di non fare l’impasto del pane, il quale non avrebbe ben lievitato se lavorato da una donna con la mestruazione, di non fare il bucato, poiché non sarebbe venuto pulito, o di non praticare il giardinaggio, poiché avrebbe portato alla morte i fiori.

Si osserva come la medicina tradizionale cinese ha riposto molte attenzioni e importanza al corpo della donna e ai complessi meccanismi che ne regolano il funzionamento. Oltre al riconoscimento delle peculiarità del femminile, lo studio del binomio uomo-donna è stato basilare per la comprensione della dualità dell’universo, definendo lo “yin” e lo “yang” e dando vita così alla possibilità di studiare le relazioni profonde tra il micro e il macrocosmo. Ci ha insegnato l’importanza dell’equilibrio tra queste due energie, poiché il disequilibrio, ovvero il prevalere dell’una sull’altra, porta alla manifestazione di problematiche, disturbi e patologie.

Nella sua ciclicità la donna attraversa quattro fasi specifiche, che analizzeremo più avanti, e compie movimenti trasformativi all’interno di sé stessa attraverso cambiamenti di polarità yin-yang. Nella medicina tradizionale cinese la donna viene considerata yin poiché la sua fisiologia è legata all’utero, al buio, alla quiete, a nutrire un eventuale feto; la sua fisiologia è legata intimamente al sangue che è un elemento yin e che radica lo shén, cioè la parte mentale e psichica. Vediamo che il ciclo mestruale è un aspetto chiave della vita di una donna e secondo la medicina cinese rende manifesto il dinamismo e la natura profonda della fisiologia femminile.

La donna è un essere complesso. Fin dall’antichità la figura femminile è stata osservata per arrivare a una sua comprensione profonda: c’è stato un tempo in cui la donna era divinizzata e rispettata, ma la storia, come la natura e la donna stessa, è ciclica e vediamo infatti come nel trascorrere dei secoli la donna abbia cambiato volto e abbia assunto diversi ruoli.

Vediamo come l’essere femminile è sempre stato associato alla figura della Luna, essenza dall’energia femminile, strettamente collegata all’elemento dell’acqua, simbolo dell’emotività. La luna ha sempre condizionato l’essere umano nel corso della sua esistenza: come ogni essere vivente, l’uomo si relaziona alla vita in base al ciclo della luna, anche se la maggior parte delle volte in modo inconsapevole.

Ci viene molto semplice e spontaneo relazionarci alla vegetazione in relazione alla luna: chiunque si dedichi al giardinaggio ben saprà quando è il momento migliore per rinvasare una pianta, per tagliare i giovani getti e quando è il miglior momento per la raccolta. Non ci sorprende come, ancora oggi, i contadini conservino, tra le antiche conoscenze e le modalità per avere successo in agricoltura, il rispetto dei tempi ciclici della luna e della terra.

Possiamo dire che gli esseri umani stessi, in modo particolare la donna, vivono gli influssi della luna allo stesso modo in cui quest’ultimi agiscono sulla terra.  La donna vive un ritmo scandito dal suo ciclo mestruale che la rende sempre diversa, “lunatica” appunto, termine che nasce proprio con la consapevolezza di questa ciclicità della donna relazionata alla luna, simbolo del principio femminile per eccellenza. È doveroso fare una distinzione: se è sincronizzata consapevolmente con i cicli della luna la donna è “lunare” e acquista il massimo delle sue potenzialità; se invece non ne è consapevole diventa “lunatica”, in preda dei suoi sbalzi ormonali e ai cambiamenti psichici inconsci. 

Prendere la consapevolezza della propria ciclicità femminile oggi è un richiamo molto forte per molte donne, le quali sentono il desiderio di vivere la ciclicità e la mestruazione con armonia. Molte di queste, anche in età adulta, riconoscono che vivere in armonia con la propria ciclicità porta beneficio non solo nel mondo personale, ma anche in quello lavorativo, creativo e nella vita sessuale.

La connessione della ciclicità lunare e della donna è palesata dalla loro durata. La luna compie un ciclo di 29 giorni, 12 ore e 44 minuti, mentre il ciclo femminile può variare leggermente, portando le donne a vivere diverse fasi rispetto al ciclo della luna. 

Vediamo come le donne non solo hanno l’indole di connettersi alla ciclicità lunare, ma anche a tutto ciò che ha un ritmo circolare: così vediamo come, nell’antichità, le donne presentavano un ciclo mestruale sincronizzato, dove ovulavano durante la luna piena e sanguinavano durante la luna nuova, questo perché la ghiandola pineale, influenzata dagli ormoni e dalla luce, invia segnali alle ovaie di rilasciare l’ovulo. E questo spiega la sintonia tra il ritmo ovulatorio e il flusso di maggiore luce notturna durante la luna piena.

Tutto questo era più spontaneo nei periodi storici in cui la donna viveva a stretto contatto con la natura, lontana dalle influenze luminose artificiali, dai ritmi di una società strutturata con energie lineari e con tempistiche più veloci.

Questa tendenza alla sincronicità non sorprenderà nessuna donna, poiché avrà sperimentato questo fenomeno almeno una volta nella vita: sotto il proprio tetto con la madre e le sorelle, nell’esperienza scolastica con le compagne di banco o nelle attività sportive di gruppo, dove ci si relazione per molte ore del giorno. 

Il contributo che desidero donarti oggi è renderti consapevole di quanto la relazione tra i ritmi della natura e la vita della donna è fondamentale per l’armonia e il benessere.

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