La donna selvaggia ai giorni nostri

Dall’uscita del famoso libro Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estés nel lontano 1992, l’archetipo della donna selvaggia è presente in ogni donna nella quale cresce il bisogno di tornare in contatto con la sua natura.

Il libro della Estés è un vero capolavoro per il risveglio del femminile, ma è anche un libro complesso e tortuoso che spesso risulta di difficile comprensione e non permette alla lettrice di mettere in pratica in maniera semplice i suoi insegnamenti.

In questo articolo proverò a dare degli spunti concreti per integrare l’archetipo della donna selvaggia nella vita quotidiana.

Spesso le donne hanno la convinzione che per attivare la donna selvaggia interiore sia necessario “tornare indietro”, tornare alla tribù, e quindi si scoraggiano facilmente davanti a questo percorso, liquidando la questione con un «sì, ma nella società in cui viviamo non possiamo tornare al paleolitico».

Per esperienza personale, anni di esperienza nel condurre le donne a ritrovare e liberare la propria natura, ho capito una cosa fondamentale: «risvegliare la donna selvaggia non significa tornare indietro, ma ricordare per innovare». Risvegliare i poteri ancestrali assopiti e portarli nel presente integrandoli a ciò che la mente e il corpo hanno imparato evolvendo fino ai giorni nostri.

Integrare, non rinnegare. 

Esploriamo insieme quali sono le qualità fondamentali che rendono così potente e trasformativo questo archetipo:

1. La donna selvaggia sa tracciare confini invalicabili.

Questa è una delle prime skill su cui è necessario lavorare per tornare in contatto con sé.

Tracciare confini è vissuto nella nostra società come qualcosa di negativo per una donna. Nella nostra cultura la donna di valore è sempre disponibile per tutti, non ha confini e tutti possono invadere il suo spazio per prendere ciò di cui hanno bisogno, figli, partner, amiche, clienti e datori di lavoro.

Questo rende impossibile qualsiasi connessione con i propri bisogni: se non sai dove finisci tu e dove inizia l’altro non puoi sentire quali sono i tuoi veri bisogni.

Lavorare sulla nostra capacità di tracciare confini è una competenza fondamentale per il benessere psicofisico e per migliorare la qualità di tutte le relazioni, soprattutto quella con noi stesse.

2. La donna selvaggia sa riconoscere il suo branco.

Quante volte frequentiamo cerchie di persone con cui non abbiamo nulla in comune solo per sentirci meno sole o perché sono gli amici di una vita?

La donna selvaggia impara dalla natura che per rendere la sua vita produttiva e fertile ha necessità di rinnovare ciclicamente il suo terreno. Ogni giorno, mese, anno le nostre cellule si rinnovano continuamente, rigenerando tutto il nostro sistema, fisico, psichico ed emotivo. Come possiamo pretendere che mentre noi cambiamo internamente all’esterno rimanga tutto inalterato?

Tornare in contatto con i nostri cicli naturali ci permette di adattare l’esterno a ciò che diventiamo dentro.

La donna selvaggia non ha paura di rinnovare continuamente il suo branco per renderlo allineato e fertile per la sua crescita e quella degli altri.

3. La donna selvaggia sa stare con sicurezza e orgoglio nel suo corpo.

Il corpo della donna è stato oggettificato, snaturato e sfruttato per millenni e una delle qualità che questo archetipo ci richiede di integrare è proprio tornare a onorare il nostro corpo come un tempio sacro che ci permette di esistere in questa forma e ci consente di fare tutto ciò che facciamo.

Lavorare con la donna selvaggia significa studiare il funzionamento biologico del nostro meraviglioso organismo, riconoscere quale potente strumento abbiamo a disposizione, per tornare a usarlo e migliorare la nostra vita, non per limitarla. Sarà quindi necessario riscoprire la nostra ciclicità mestruale, la nostra fertilità, imparare a rilasciare le nostre emozioni, tornare a respirare, danzare e cantare come in un atto sacro alla vita.

4. La donna selvaggia si prende la responsabilità di sé stessa.

Questa qualità crea la base per sviluppare più efficacemente tutte le altre: questo archetipo ti invita a prenderti la responsabilità di ciò che determini e permetti di esistere nella tua vita.

La responsabilità, vale a dire la capacità di reagire a ciò che la vita ti presenta, è un potere grandissimo che spesso noi viviamo come qualcosa che ha a che fare con il senso del dovere e quindi qualcosa di fortemente limitante.

Una volta compreso che in realtà prenderti la responsabilità di te stessa ti permette di realizzare tutto ciò che desideri, smetti di subire la vita come una vittima, rinunci all’innocenza e ti trasformi in una donna adulta.

5. La donna selvaggia non ha paura di esplorare la propria ombra.

Le donne rifuggono il confronto con la propria ombra perché temono che da quella caverna fuoriescano mostri e demoni incontrollabili; tuttavia, scoprono poi che quelle tanto temute erano in realtà solo parti di sé che ancora aspettavano di essere viste e messe al lavoro.

La donna selvaggia sa che anche le parti in ombra hanno una parte di luce ed è proprio la luce delle nostre parti in ombra quello di cui abbiamo bisogno per cambiare ciò che non è più funzionale per noi.

L’integrazione della donna selvaggia è un lavoro che dura tutta la vita ma ti permetterà di:

  • distinguere ciò che ti nutre da ciò che ti drena
  • tornare a orientarti nella vita con i sensi attivi
  • osservare prima di vedere
  • assaggiare prima di ingurgitare
  • ascoltare prima di sentire
  • sfiorare prima di abbracciare

Puoi iniziare questo magico viaggio per liberare la tua natura in un percorso personalizzato, strutturato sulle tue personali esigenze.

Francesca liberalatuanatura@gmail.com

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